Il Museo Paleontologico “Luigi Boldrini” di Pietrafitta ospita la collezione di resti fossili rinvenuti nella miniera di lignite della centrale termoelettrica di Pietrafitta, situata nel bacino dell’alta valle del fiume Nestore. La collezione è di inestimabile valore scientifico, soprattutto per il gran numero di specie rinvenute che la rendono uno dei più ricchi e importanti patrimoni paleontologici europei.
Il Museo prende il nome da Luigi Boldrini, assistente capoturno di miniera, che negli anni sessanta ispezionava sistematicamente gli scavi. La costante sorveglianza durante il lavoro delle macchine escavatrici gli permise di notare i fossili che emergevano dalla lignite, così iniziò a raccoglierli e a documentarli creando il primo nucleo della raccolta paleontologica. Il grande impegno e la passione di Luigi Boldrini permise di recuperare migliaia di reperti fossili di grossi elefanti, rinoceronti, bovidi, cervi, orsi, scimmie, castori, tartarughe, cigni, pesci, antibi, uccelli, topi, foglie, semi, conchiglie di bivalvi e gasteropodi e una nuova specie di un grande cervo a cui fu dato nome megaloceros boldrini, in suo onore.
Ma attraverso i fossili di Pietrafitta emerge anche un’altra storia, quella umana degli abitanti del Bacino di Pietrafitta e zone circostanti che videro nell’attività mineraria una fonte di sostentamento, con importanti risvolti nello sviluppo socio-economico dell’area.