Terre del Perugino

Strength and beauty

Forza e bellezza dell’acqua del suo fluire e del suo cadere. Emblematica la caduta del Velino, che ha attirato viaggiatori da tutto il mondo. Collocata a poca distanza dalla via Flaminia, lungo uno dei percorsi classici del Grand Tour, è stata dipinta, disegnata, incisa, descritta, cantata.  Il fascino è vivo ancora oggi, anche se la spettacolare Cascata può essere ammirata solo in giorni e orari obbligati, perché le necessità della centrale idroelettrica la contendono ai turisti.

L’acqua è sempre stata una importante risorsa economica, indispensabile alle manifatture. In passato veniva utilizzata per raffreddare e lavare, ma la sua forza, soprattutto nei percorsi naturalmente o artificialmente più vorticosi, è stata molto spesso utilizzata anche per garantire energia motrice ai macchinari necessari alla lavorazione della carta e della lana, ai molini, alle conce e alle acciaierie. Ne possiamo rintracciare la memoria nelle carte topografiche, dove vediamo disegnati i molini, spesso su piccole diramazioni dei fiumi, ma anche nella modifica dei corsi d’acqua per renderli funzionali alle necessità delle manifatture stesse.

A Gubbio il decorso del torrente Camignano venne appositamente deviato all’interno della città per permettere la lavorazione dei panni di lana.

Nel 1254 il Topino, che passava all’interno di Foligno, venne deviato dai perugini, che assediavano la città. Finite le ostilità però l’antico decorso del fiume tornò parzialmente in uso per garantire la concia delle pelli e assicurare la forza motrice ai numerosi molini.

Dalla ricchezza d’acqua della valle del Menotre, affluente del Topino, hanno tratto origine le cartiere di Pale, ritratte nella settecentesca veduta di Forrester. Lo storico Jacobilli ci ricorda che nel sec. XVII si contavano, sempre lungo la valle del Menotre, ben 12 cartiere distribuite tra Pale, Belfiore e Carpineto e 13 gualchiere per la lavorazione dei panni tra Vescia, Belfiore, Rasiglia e Casenove.

Possiamo ammirare la spettacolare caduta del Velino nelle vedute esposte, così come l’hanno ritratta e incisa vedutisti e paesaggisti del passato, fra cui Philipp Hackert, Wilhelm Friederich Gmelin, William Linton e altri ancora. La potenza del salto non si traduce solo in bellezza, ma in una enorme forza che è alla base della nascita e della persistenza di numerose attività industriali nella valle di Terni. A Terni, infatti, l’impianto delle acciaierie, è legato alla presenza e alla forza dell’acqua. Una monografia del 1898 realizzata dalla “Società degli Alti forni Fonderie ed Acciaierie di Terni”, evidenzia quanto l’origine e lo sviluppo di questa società siano legati alla presenza e alla forza del corso del Velino e del Nera e in particolare alla spettacolare catadupa.